28 settembre 2018
Torino Graphic Days
Shapes N.1
Composizioni architettoniche
Il salotto del Libro in Galleria
12 maggio 2018
Il primo appuntamento è con Cristina Morozzi, signora del design italiano, di cui ha conosciuto i protagonisti, ha pubblicato libri, curato mostre, diretto riviste. Figura di rilievo nel mondo del design internazionale. Moglie dell’architetto Massimo Morozzi, direttrice per un decennio della rivista «Modo», firma fissa per testate di settore come «AD» e «Interni», insegnante a l’École Cantonale d’Art di Losanna e Design Director of Education della nuova Design School dell’Istituto Marangoni, Cristina Dosio Morozzi ha vissuto in prima persona quarant’anni di storia del design.
Si parlerà del suo ultimo libro libro Il design non è una cosa seria – Rizzoli, intenso racconto di vita, con l'infanzia fiorentina in una famiglia fuori dal comune, culla ideale per il suo sguardo curioso, in bilico fra arte, filosofia, moda. Un racconto personale che coincide con la sorprendente avventura del design italiano, che non è ancora finita.
Il secondo appuntamento riguarda la figura affascinante di Achille Castiglioni raccontata da Gianfranco Cavaglià, architetto, professore al Politecnico di Torino che ha sempre unito studi e ricerche all’attività professionale.
Achille Castiglioni non è stato solo il maestro di design che molti conoscono, ma anche un acuto osservatore del lavoro quotidiano di progettazione. Molte sue frasi sono raccolte e commentate da Gianfranco Cavaglià, che ha lavorato al suo fianco dal 1972 al 2002, nel libro Di... Achille Castiglioni, edizioni Corraini. Nei motti di spirito, nelle battute, nelle quotidiane abitudini, emerge un uomo sempre attento a tutto ciò che lo circonda, instancabile, pieno di convinzione nelle proprie idee ma altrettanto disposto a rimettere in discussione le certezze raggiunte.
Dal 12 aprile al 22 aprile 2018
100th Birthday Celebration.
Omaggio ad Achille Castiglioni.
Achille Castiglioni (Milano 1918–2002), architetto, designer, con la capacità di far sembrare semplici le cose complicate, “ Non pensiate di diventare gli inventori del mondo. Non è così e non deve esserlo. Cominciate ad allenarvi all’ironia e all’autocritica ”. Protagonista del design italiano, è stato un progettista visionario che grazie alle sue intuizioni ha contribuito a rendere riconoscibile il design italiano nel mondo. Dal 1940 insieme ai fratelli architetti Livio (1911-1979) e Pier Giacomo (1913-1968), si è dedicato alla sperimentazione sul prodotto industriale. Con quest'ultimo, dopo la laurea in architettura nel 1944, dà vita ad una intensa attività progettuale caratterizzata dalla ricerca sulle forme, le tecniche ed i materiali "nuovi" . Castiglioni, tra i fondatori dell'ADI, (Associazione per il Disegno Industriale), ha svolto oltre l'attività progettuale e quella critica (nella rivista "Stile Industria") anche la pratica didattica, dal 1968, insegnando al Politecnico di Torino e poi dal 1980, fino al 1993, alla Facoltà di Architettura al Politecnico di Milano. Spesso ai suoi studenti amava ripetere: “Se non siete curiosi lasciate perdere. Se non vi interessano gli altri, ciò che fanno e come agiscono, allora quello del designer non è un mestiere che fa per voi”.
Amava gli oggetti utili, quelli che nascondono una progettualità intelligente, concepiti da autori sconosciuti ma che rendono più semplice la vita delle persone e che risolvono i piccoli problemi della quotidianità..
Ne era talmente attratto da collezionarli nel suo studio. Li metteva in mostra e li accatastava sulle mensole e nelle vetrinette, li studiava e li rimirava. Li raccontava durante le sue lezioni e alle conferenze in giro per il mondo. “Gli oggetti devono fare compagnia”, ripeteva. Nell'ammirazione per gli oggetti anonimi c'era tutta la passione per un design che rispondesse in modo pratico alle necessità del vivere quotidiano. Gli bastava che il suo lavoro fosse utile ai suoi fruitori, “un buon progetto non nasce dall'ambizione di lasciare un segno, il segno del designer, ma dalla volontà di instaurare uno scambio anche piccolo con l'ignoto personaggio che userà l'oggetto da noi progettato”.
Questa esposizione minima insegue, con spirito curioso, il filo delle esperienze di uno dei maggiori esponenti del design. Gli oggetti raccontano Castiglioni in prima persona, ogni pezzo racconta una storia, suggerisce un’idea, stimola un’interpretazione. Moltissimi suoi oggetti hanno anticipato i tempi e ancora oggi reggono la sfida della funzionalità. L’eleganza e la purezza delle forme hanno reso i suoi oggetti talmente iconici da essere considerati vere e proprie opere d’arte ospitate nelle collezioni permanenti dei più importanti musei del mondo come il MoMa di New York.
Lo scorso 16 febbraio sono ricorsi i cento anni della nascita dell’architetto, che ha cambiato volto al design contemporaneo, contribuendo all’affermazione del Made in Italy nel mondo.
Dal 02 novembre al 2 dicembre 2017
Ore 10,00-19,00.
10 al 16 ottobre 2017
Il Design in galleria
Nella Galleria Umberto I, sarà esposta una selezione di oggetti progettati dai protagonisti del disegno industriale, Le Corbusier, Frank Lloyd Wright, Mackintosh, Alvar Aalto, Achille Castiglioni, Vico Magistretti, Marco Zanuso, Enzo Mari, Giò Ponti, Mario Bellini, Richard Sapper, ecc., in un percorso che vuole esplorare, attraverso l’evoluzione del vivere e della percezione del gusto, l’importanza del patrimonio progettuale e creare un collegamento diretto di conoscenza tra autore e fruitore. Iniziativa a cura di Giovanni Pellegrini, Laura Tabasso, Franco Tabacco – Yit architetti in collaborazione con il Museo del Design di Galliano Habitat.
Sponsor: Galliano Habitat, Fornengo srl, Istituto Juvarra.
Sponsor tecnici: Eurosarda Spa, Progetto edilizia Srl.
4 di ottobre 2017
Presentazione libri su Torino:
Quadrilatero
Porta Palazzo
Borgo Dora, Balon, Valdocco
Foto cortezia Goustò Emporium Restaurant
30 di marzo 2017
Incontri in Galleria
Aperitivo
Isuli Eoli
07 di aprile 2016
Incontri in Galleria
Aperitivo
Spritz
5 al 19 novembre 2015
Progetto e Passione
Selezione di oggetti di Enzo Mari
a cura di Laura Tabasso e Giovanni Pellegrini, Yit architetti
in collaborazione con Galliano Habitat e nb:notabene
Progetto e Passione, oltre ad essere il titolo di un libro di Enzo Mari, designer, architetto, con formazione di artista, è la sintesi di un sistema di vita. Questa esposizione minima, insegue con lo spirito curioso e concreto del bambino che sperimentando acquisisce conoscenza del mondo, il filo delle esperienze di uno dei maggiori esponenti del design. Gli oggetti raccontano Mari in prima persona, dal periodo di autoformazione dell'infanzia e della prima giovinezza, segnata da una realtà difficile ma piena di stimoli e fermenti degli anni Trenta e Quaranta, dagli studi alla Accademia di Brera, alla fase di più intensa attività artistica che ha fatto di lui uno dei designer più geniali e innovativi del Novecento. Mari è sempre stato mosso dalla convinzione che progettare corrisponda a una pulsione profonda insita in ogni essere umano. Una convinzione che lo ha portato, negli anni Sessanta, a rivoluzionare il concetto di design, realizzando, con coerenza, un'utopia democratica:"Disegnare e produrre oggetti belli e utili per la gente comune”, concetto fino ad allora escluso da un'arte ritenuta elitaria. Con la fine degli anni Settanta, Mari considera conclusa l'utopia del design. Da questo punto in poi la sua testimonianza autobiografica si trasforma in una severa denuncia del progressivo degrado del lavoro progettuale odierno.